Una tabernata con MaG mi ha indotto a proporvi questa pazzaria.
Il comico
[...]
L'opera vostra darà nutrimento
a ogni anima gentile e malinconica.
Sarà commosso ora uno ora l'altro sentimento
e ciascuno vedrà che cosa porta in cuore.
A piangere e a ridere sono ancora disposti.
Per l'entusiasmo hanno ancora rispetto.
Le apparenze li incantano.
Nulla va bene a chi è maturo
ma sarà sempre grato chi ancora sta cercandosi.
Il poeta
allora rendimi anche quei tempi
quando cercavo me stesso ancora,
quando una vena viva di canti
ininterrotta risorgeva,
quando una nebbia velava a me il mondo,
la gemma ancora annunziava miracoli,
quando tanti mai fiori coglievo
splendidamente gremiti ai pendii.
Nulla era mio. Pure, avevo abbastanza:
veemenza verso il vero e gusto di ingannarmi.
Rendimi indomiti quegli impeti,
la tormentosa gioia profonda,
l'odio teso, la forza d'amore.
Ridammi la mia giovinezza!
Il comico
La gioventù, carissimo, certo ti ci vorrebbe,
se in battaglia i nemici ti assalissero,
se le più deliziose ragazze
di prepotenza t'abbracciassero,
se il lauro d'una veloce corsa
ardua la meta remota accenni,
se dopo rapidi giri di danza
la notte passi in conviti e in bevute.
Ma di grazia e di forza toccare
con mano sapiente le corde
e ad una meta a se stessi prescritta
per gradevoli ambage avviarsi,
vostro compito è questo, egregi vecchi,
né vi si venera meno per questo.
Non ci rende puerili l'età, come si dice:
ci trova ancora, ecco, veri bambini.
Goethe
Faust
Prologo in teatro
vv 175-213