Era una notte buia e tempestosa…
[Voci dalla sala]
“Ehi, ma siamo sicuri? Io non ho mai visto piovere in Caesar III”
“Già, nel gioco non piove mai, che balle ci racconti?”
Ok, allora era una notte buia…
[Voci dalla sala]
“Aspetta un attimo, ragazzo. Che fai, ci prendi in giro? In Caesar III non si capisce mai se è giorno o notte! Cos’è, ora ti inventi le cose?”
“Già, come ti permetti di stravolgere un universo vecchio di dieci anni? Chi ti credi di essere, per concederti queste licenze?”
Va bene! Un giorno qualunque, in ora ignota e in condizioni metereologiche favorevoli…
[Voci dalla sala]
“Eh, no! Adesso è troppo! Cos’è quest’altra cavolata? Giorni?! E quando mai si sono visti i giorni in Caesar III? Il calendario segna solo i mesi! Ma lo hai almeno tolto dalla confezione il gioco?”
“Questo qui è un incompetente! Ma chi ce lo ha messo là? Io ho pagato per vedere una storia ambientata in un mondo fedele al gioco!”
“Già! Rivogliamo i nostri soldi! Avanti, rimborsatemi il biglietto! Rimborsatem...”
[Rumore di colpi ripetuti di fucile, l’eco rimbomba per qualche secondo poi, lentamente, si spegne, lasciando la sala immersa nel silenzio. Dal palcoscenico si ode una voce schiarirsi la gola]
Ah-ehm…
Dunque, era una notte di luna piena, buia, tempestosa, col vento a 37 nodi da nord-est che scuoteva le chiome degli alberi e sollevava dalle vicine implacabili acque costiere cavalloni di XV
pedes porrecti d’altezza, ovvero 5 metri.
Nettuno era incazzato.
Poco più in là, in quella stessa provincia, un uomo sui 18 anni, vestito con un camice a quadratini blu, brandendo una vanga in una mano e un peluche a forma di leone nell'altra con un ghigno terribile, correva a perdifiato verso il confine della provincia lasciando il vuoto laddove passava. Il suo nome è…
- SERTORIUS! SERVIUS SERTORIUS, MALEDETTI INGRATI TRADITORI! -
Dietro di lui, un esercito di prefetti vestiti di azzurro con i
gladii sguainati inseguiva, implacabile, l’eco di quelle grida diaboliche.
- Prendetelo! Avanti! Quel pazzo sta facendo scomparire mezza provincia nel nulla! -
In mezzo a costoro, un uomo con lacere vesti marroni aveva già subito la furia di Sertorius:
- Sono stato sfrattato dalla mia casa! -
I prefetti, furenti, lo superarono:
- Maledizione guardate quanti vagabondi! TOGLIETEGLI QUELLA MALEDETTA VANGA! -
- Forza ragazzi correte! -
- Come si fa a correre? Io so solo camminare, non sono mai riuscito a correre! -
- AH! Che frustrazione! Qui ci vogliono i cavalieri o gli ausiliari con giavellotto! Loro sì che sanno correre! -
- Già, gliel’hanno insegnato all’Accademia Militare! -
- No, alla Caserma. All’Accademia gli hanno insegnato a non cagarsi in mano quando vedono gli elefanti -
- Sì, ma ho sentito dire che non sanno camminare… -
- La volete smettere di cincischiare voialtri? Eccoli che arrivano! -
Da dietro un Anfiteatro miracolosamente intatto spuntarono di corsa due legioni di ausiliari a cavallo, dirette verso quell’uomo, ormai sempre più vicino all’orizzonte, ovvero al bordo mappa.
Quell’uomo, che una volta le aveva comandate.
Quell’uomo, che le aveva fatte addestrare.
Quell’uomo, che le aveva viste trionfare sui barbari invasori una, dieci, cento volte.
Quell’uomo. Servius Sertorius.
- QUELL’UOMO DI MERDA! Ha quasi raggiunto il confine! -
- Tranquillo, nessuno può uscire dalla provincia. A meno che non si tratti di un mercante o un vagabondo oppure… -
Ormai a pochi passi dal bordo mappa, Sertorius si girava, solenne, a rimirare, un’ultima volta, quella che era stata la sua fiorente provincia:
- Mi manda contro le mie legioni quell’infame! È stato bravo a sfruttare un bug di programmazione per prendere il mio posto! Non se ne è accorto nessuno... Un "nuovo governatore" per un altro, come potevano accorgersene? Mi ha fatto internare nell’Ospedale, credendo di potermi tenere buono così. Idiota! Prima gli ho cancellato l’Ospedale, poi tutto quello che ho trovato sul mio cammino. Gli ci vorrà un bel po’ per rimettere in piedi questa città! -
La voce gli si fece un sussurro:
- Me la pagherà! Scoprirò chi è questo “Il nuovo governatore” -
Un nugolo di vagabondi disperati e urlanti raggiungeva in quel momento Sertorius, superandolo e scomparendo nella nera, immensa, triangolare oscurità del confine della mappa. In mezzo alle loro, una voce più alta, rabbiosa, eccheggiò nella nebbia:
- MI HAI SENTITO? IO TI TROVERÓ! -
I cavalieri e i prefetti giunsero sul posto, ma Sertorius era sparito. I prefetti, col mantello azzurro fradicio e svolazzante, si guardavano intorno attoniti:
- Ma dov’è? Era qui, l’ho sentito gridare! -
- Non lo so, sembra scomparso nel nulla! -
- No… È… è uscito dalla provincia… -
- CHE COSA? Nessuno può uscire dalla provincia! -
- Infatti! A meno che non si tratti di un mercante o un vagabondo oppure… -
- Nessun cittadino è vero, può uscire dalla provincia… Ma lui non è un cittadino comune… Lui ha certamente dimostrato stanotte di essere qualcosa di diverso, di più terribile… Lui è…
LUI È SERVIUS SERTORIUS!
- Continuate a cercare! Muovetevi! Dev’essere da qualche parte! Dev’ess… -
I prefetti, uno dopo l’altro, scomparvero nella notte. Si erano allontanati troppo dalla strada.
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