Nome: Mosè
Data: 04-04-01 09:01
Che bel "topic", caro Emiliano!
Probabilmente Lupo sarà anche stanco di parlarne, visto che ormai i confronti fra le varie incarnazioni della City Building Series si sprecano, ma per me è sempre bello sentire nuove opinioni.
Premetto che la mia prima impressione di Faraon, dopo aver ultra-giocato con Caesar III, è stata simile alla tua. Nel senso che pensavo di essere di fronte ad un bel miglioramento. E' stato più tardi che ho cambiato idea. Il motivo principale di questo cambiamento è sicuramente la gran quantità di bugs che affliggono il gioco e che tu non hai probabilmente ancora scoperto. Da mesi ormai sto compilando una lista di difetti e ho raggiunto la cinquantina; magari in un altro messaggio ti citerò i più clamorosi. Ma supponiamo per un attimo che il gioco sia privo di bugs: ebbene, anche in questo caso, oggi come oggi, per me la bilancia penderebbe dalla parte di Caesar III. Il gioco di David Lester ha per me la meglio sia dal punto di vista "estetico" sia dal punto di vista "contenutistico" (per quanto sia brutto separare questi due aspetti che, nel gioco come nella vita, sono quasi sempre inseparabili).
La grafica di Faraon è più colorata e talvolta anche più simpatica, ma quella di Caesar III è decisamente più credibile, sia per quanto riguarda l'aspetto dei singoli edifici sia soprattutto per quanto riguarda i movimenti dei personaggi, fluidissimi e molto naturali (confronta i "passi" dei cittadini di Caesar III con quelli dei cittadini di Faraon; osserva in particolare come cammina il "reclutatore" egizio, come si muovono le compagnie di fanteria e gli aurighi, come si muove l'architetto;confronta come vengono spenti gli incendi nei due giochi; nota anche che mentre in Faraon i cittadini eseguono bruschissime curve ad angolo retto in corrispondenza degli incroci, i cittadini di Caesar III "tagliano" elegantemente la strada in diagonale). Sul sonoro comunque non posso che inchinarmi di fronte a Faraon, le cui musiche sono decisamente migliori e più varie di quelle di Caesar III.
Dal punto di vista della giocabilità, direi subito che entrambi i giochi si mantengono su alti livelli, e che la vera differenza è fatta, come ho detto sopra, dai bugs. E' vero che Faraon presenta più strutture e più beni da produrre e commerciare, e questo è sicuramente un bene (a dire il vero c'è anche chi se ne lamenta). Tuttavia la gran varietà è contraddetta almeno in parte dalla facilità con cui in Faraon si raggiungono gli obiettivi prefissati. Se da un lato sono scomparse molte fonti di frustrazione presenti in Caesar III (per esempio grazie ai blocchi stradali e agli ordini speciali dei bazar), dall'altro la mancanza di stimoli è talvolta parecchio grave, tenendo anche conto che, se gli obiettivi generali si raggiungono facilmente e in poco tempo, non così capita con i monumenti, che impiegano ore per essere costruiti e che lasciano spesso il giocatore interdetto, visto che lo obbligano a continuare per ore e ore una partita finita rapidamente dal punto di vista degli altri obiettivi da raggiungere. Un'altra mia critica personale è che spesso le parti più complesse da superare in Faraon sono parti militari: la presenza dell'attività bellica è molto maggiore rispetto a Caesar III (questo è particolarmente vero nelle missioni dell'espansione, Cleopatra). In linea teorica non ci sarebbe niente di male, ma il motore di gioco che questi titoli utilizzano è stato pensato per la gestione cittadina e non per la guerra, che infatti è implementata in modo decisamente insufficiente un po' in tutti e tre i titoli. Se questa insufficienza è scusabile e perfino poco percettibile in un titolo come Caesar III, che effettivamente relega in secondo piano l'attività militare, non così lo è in un gioco come Faraon, dove trovare una missione priva di attacchi è assai arduo, e dove, nell'espansione, sono state introdotte missioni che fanno dell'attività bellica l'unica ragione di esistenza.
Resta comunque il fatto che Zeus è assolutamente imparagonabile a entrambi i primi due giochi, sotto tutti i punti di vista. Speriamo bene per il futuro.
Ciao!
Mosè